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sabato 31 marzo 2012

E' tempo di pittare (acrilici e crackle a CC101 day 8)

Mettiamo mano agli acrilici.

Dopo un periodo decupaggesco-tegolistico che quasi rinnego con orrore, gli acrilici erano stati relagati nello sgabuzzo delle cose inutilizzate superstiti da hobby creativi vari esplorati con più o meno scarso successo (o quanto meno, entusiasmo).

Dalle tag(ghe) nataline in poi, gli acrilici hanno trovato un nuovo splendore e una nuova chiave di utilizzo (per una che non ha il benchè minimo talento disegnereccio, pennelli e colori sono qualcosa di abbastanza inutile).

Sì.. perchè Professor Tim ci ha insegnato a CC101 che gli acrlici, a differenza degli inchiostri, sono a base di pigmenti e che, non essendo translucidi (ovvero se si sovrappongono non lasciano intravedere il colore sottostante, ma lo coprono) possono essere sfruttati per creare delle aree di "resistenza! (ormai lo avete capito che le "aree di resistenza" sono zone nelle quali l'inchiostro dei timbri water-based non attacca).

Il primo esercizio è stato quello di usare l'acrilico come "inchiostro" per timbrare(sììì sììì lo so non è un inchiostro, ma un pigmento!), come avevo già realizzato nella tag(ga) qui e come proposto nell' 8°tag(ga) natalina del 2011.

L'acrilico usato da Mr. Tim a marca Ranger (manco a dirlo!) è il Paint Dabber, con il flacone provvisto di erogatore/dispenser a spugnetta che evita l'utilizzo dei pennelli e che si può applicare direttamente sulla superficie da pittare.

Io, ancora, non lo posseggo e ho utilizzato i classici acrilici applicati con il pennello.

Voi (se volete farvi una idea) date invece un'occhiata a questo video del "tizio delle tag"!

Ed ecco qui una tag(ga) "very urban" creata con la "Paint Dabber Resist Technique" su tela canvas autoadesiva (la Claudine Hellmuth Studio Sticky-Back Canvas) nella sua versione white



Un altro effetto di "resistenza" presentato nella lezione di mercoledì di Creative Chemistry, è stato il "Crackle Paint Resist Technique".

Questa tecnica consistebbe nell'applicare la Distress Crackle Paint per creare una zona di resistenza "crackleata" (ovvero con l'effetto screpolato tipico del decuppo) sulla carta.

La Distress Crackle Paint è un prodotto (sempre nei soliti 36 colori.. bla bla bla..) che ha in sè sia il pigmento di acrilico, sia il prodotto screpolante cosa questa, che permette di colorare e screpolare in un unico passaggio.

Chi invece usa e conosce questa tecnica con i prodotti di crackle non Ranger-Tim, sa che occorre prima passare una mano di acrilico, lasciare asciugare e passare la vernice screpolante.

Io che, ovviamente non ho neppure questo prodotto, ho passato una mano di acrilico glicine, e, dopo asciugatura ho applicato una vernice screpolante di altra marca.

La cosa che nè uscita è questa tag(ga) a tema "Couture".



Se volete avere qualche lume su questa tecnica vi consiglio questo video e questo step by step di Tim.

Ultima tecnica del giorno è stata la "Shattered Stains Technique" che consiste nel creare una superficie con la Distress Crackle Paint nel colore Clear Rock Candy e di saturarla, una volta asciutta, con i Distress Stain.

Per farvi un'idea vi linko questo video di Scrapbooking centerale (quello di Prof-Tim non essendo pubblico non posso linkarvelo)

Sotto vedete il dettaglio della tag(ga) che ho fatto con questa tecnica.

Purtroppo, avendo preso "troppo seriamente" il consiglio di TH di abbondare con il Distress Crackle, il risultato non è perfetto, ma decisamente migliorabile.




E questa è la solita allineata di tag(ghe): la Urbana, la Sartoriale e la Screpolata
(ormai ci ho preso gusto a dar loro un nomignolo)



Morale della favola della 8° lezione:

1) Mai buttare avanzi di vecchi hobby

2) Anche chi non si è iscritto a CC101 trova pubblici i video di TH con molte delle tecniche proposte.

3) Ancora 2 giorni e ....si ritorna a dormire di notte!!!

Aggiornamento del 2 aprile.

Le 3 tag(ghe) sono state selezionate per essere nella homepage del gruppo di Yahoo All Things Tim (è un gruppo internazionale dove si chatta di "Tim e dintorni")

... vi assicuro che, considerato il livello di quello che viene postato negli album del gruppo, è una soddisfazione mica da ridere!


mercoledì 28 marzo 2012

..E' solo una questione di polvere (ovvero CC101 Day7)

Rieccomi a mettermi in pari con le lezioni di Chimica Creativa (saranno le mie origini di piccola chimica... ma trovo questo corso strepitoso e geniale).

La lezione di martedì parlava di polverine da embossing.

Premetto che (carte a parte) i miei primi acquisti scrap sono stati proprio di polverine da embossing che mi hanno da subito affascinato per il bellissimo effetto che riuscivano a dare ad un semplice timbro.

Poi però, passati i primi tempi, l'amore per queste polverine è presto svanito (complice lo spargugliero e il continuo travaso che bisogna fare dopo averle scrollate e che a me crea un grande disturbo)... per risbocciare magicamente dopo avere scoperto le ZING.

Ma non divaghiamo troppo e stiamo sul pezzo.

Per quanto credessi di conoscere tutto sulle polveri da embossing (del resto mi sembrava che ci fosse poco da sapere a parte le diverse dimensioni dei granuli - a seconda della marca e del tipo - e i diversi effetti lucido, sbrilluccicoso o opaco) mi sbagliavo!

Professor Tim ci ha proposto non solo le polveri Distress Embossing Powders (che hanno la caratteristica di avere granuli "non fondenti" che possono essere "grattugiati" via dopo la loro fusione) ma anche alcune tecniche davvero moooolto interessanti e "gustosissime" da fare.

Un capitolo a sè hanno invece i diversi inchiostri da poter utilizzare per embossare.

Come già tutte sapete esistono inchiostri specifici completeamente trasparenti come il Distress Clear Embossing Ink , il Versamark (e forse altri di altre marche che però non conosco).

La loro caratteristica è di essere a base di glicerina, la quale, evaporando molto meno velocemente dell'acqua, permette alla timbrata di restare bagnata più a lungo e ciò consente di avere tempo per mettere sopra la polverina e fissarla all'inchiostro.

Tuttavia anche alcuni inchiostri colorati possono essere utilizzati per l'embossing (permettendo così l'utilizzo di polverine clear).
La loro capacità di essere embossati dipende dalla loro faciltà di asciugatura (inchiostri come ad esempio i Chalks non sono affatto adatti a questa tecnica).

E secondo voi potevano i mitici Distress Inks Pads non essere embossabili?!!
Assolutamente che no.

I DIs Pads sono inchiostri perfetti per l'emboss perchè, benchè a base di acqua hanno una buona quantità di glicerina, che li rende umidicci più a lungo in modo da permettere lo spargimento di polverine (detta così sembra un controsenso, ma se e chi conosce un pò di chimica sa che cosa intendo: l'acqua dell'inchiostro con il suo pigmento vengono assorbiti dalla carta che, essendo porosa permette al colore di fissarsi rapidamente e non sbavare, mentre la glicerina che è oleosa rimane in superficie e appiccia i granuli).

Ma veniamo alle tecniche e al relativo compitino: "Nostalgic Batik Technique"

Si tratta di una tecnica il cui risultato è quello di voler ricordare antichi batik indiani con immagini di colori sgargianti, su un fondo scuro-anticato-vintage(avete presente quelli che si trovano nei negozi che hanno antiquariato etnico?).

La magia di questa tecnica consiste nello stirare l'immagine embossata ponendola a contatto con una superficie assorbente in modo che la parte oleosa dell'inchiostro, venga assorbita, e l'immagine perda rilievo pur mantenendo colori lucidi e brillanti.

Davvero uno spettacolo da fare e da vedere, tanto che la Tag(ga) nr.1 sarebbe stata bellissima anche senza gli abbellimenti, che però sono diventati indispensabili, causa imperfezione di una mia timbrata.



"Rusted Enamel Technique"

Letteralmente: tecnica ad effetto smalto arrugginito.

Niente di più vero, più realistico e al tempo stesso "falso".
Sì perchè l'effetto che si ottiene è proprio quello di una tag(ga) che, se non toccata, sembra davvero di rame arrugginito.

Il segreto sta tutto nel colorare la tag (o le chipboards) con i Distress Ink Pads, ricoprirla con la polvere da emboss clear, poi scollarla in modo che rimangano scoperti alcuni punti.
Scaldando poi con l'embosser si creano diverse zone non "resistenti" che, inchiostrando con varie tonalità di Distress Inks marrone, "prendono" il colore e creano la sensazione di una lastra di rame arrugginita.

Questa tecnica si usa fondamentalemente per superfici più piccole come le chipboards, ed è stata applicata ad una Tag(ga) per lo più per uno scopo didattico.

Il risultato è comunque STREPITOSO e credo che ne farò presto una tutta e solo da decorare!



L'ultima tecnica proposta è stata la "Distress Powder Resist Technique", ovvero l'utilizzo delle polverine Distress per creare una "zona di resistenza".

Praticamente questa tecnica è quella che si può usare embossando in clear, nel caso in cui vogliamo avere l'effetto della Kraft Resist Paper, in assenza di questa carta.

Ovviamente la mancanza di Distress Powder è stata egregiamente sostituita dalle favolose polveri ZING che, come le Distress, hanno finitura opaca, ma purtroppo sono prive dell'effetto distressato dato dai cristalli non fusi (che vengono poi grattati via dopo l'embossatura).

In ogni caso, un effetto simil "polverina-raschiata-via" ho cercato di ottenerlo, riscaldando un pò la polverina, togliendo poi parte di quella non ancora fusa, e riprendendo a scaldare fino a "squagliarla" tutta.

Questa è la Tag(ga) nr. 3 dal look decisamente psychedelic-optical (apprezzatissima dal cucciolo di casa).



Ed eccole insieme:la batikka, l'arruginita e la psicadelica.
Belle no?!



Morale della favola di oggi:

1)Embossare che passione!

2)Una o due polverine Distress bisogna che me le compri per provarle al meglio (soprautto come tono-su-tono sui Distress Inks) anche se chi ha fatto il corso di FC2011 con Manuela, ha già avuto modo di provarle e apprezzarle.

3) Con tutti 'stì links e 'sta promo, non è che come dice Danda, la Ranger mi manda almeno un pennerallino, una polveruccia, un inchiostrino ??!
(Mr. Ranger a Distress Inker re-inker will be much appreciated - since I need to complete the Day4 tags set! - I'm kidding of course.. I'will love you whatever!!!)

4) Con l'albumino di ieri tutto rosina-francesino, tante hanno rifatto capolino: abbiate pazienza, ancora qualche lezione e il corso finisce.

Back to the origins (un ritorno un pò francese sui toni del rosa)

Oggi mi sono presa un giorno di pausa dalla classe di Tim, perchè ieri mi sono concessa un pomeriggio di "parrucco" e i compiti sono stati fatti solo a metà.

Approfitto così per dare (anche a chi passa da queste bande) un pò di "tregua" da tecniche-tagghe-e-inchiostri-vari e di rispolverare un pò di atmosfera francese dopo così tanto Grunge

Questo è un lavoro fatto subito dopo Natale, quando ho voluto dedicare il mio tempo a Marinella e alla piccola Letizia.

Marinella ed io non ci siamo mai incontrate dal vivo (o meglio ci siamo viste a FC2010, ma non ci siamo neppure parlate... complice una sua influenza in corso che l'ha praticamente allettata nei giorni dei corsi), ma vuoi per caso, vuoi per sintonia... ci siamo trovate tantissime volte a disquisire di tecniche-approcci-soluzioni scrap in lunghissime mails.

Con Marinella condivido l'amore per lo studio di questo hobby, che lei non lascia mai al caso, ma che è frutto di impegno, ricerca e dedizione.

Quindi, nonostante la latitanza negli ultimi tempi di scambi e-mails (complici le mie 100e1 cose da fare) ho pensato a lei molto più di quanto a le non le fosse potuto sembrare.

Sì perchè, se è vero che ogni evento importante di una creativa, va celebrato con un pensierino rigorosamente "fait a main", nel caso di Marinella, volevo che il pensiero di questo momento di "Letizia" fosse un qualcosa di più.

Pinnando-pinnando un giorno mi sono imbattuta in questo post: è stata folgorazione a prima vista.

Quella era l'idea giusta per Marinella.

Non un album classico.

Non un qualcosa dedicato alla sola raccolta di foto.

Volevo quindi che questo album fosse fatto di buste per accogliere lettere, pensieri, regali in parole che una mamma avrebbe potuto usare per parlare con la sua cucciola, per scriverle tutto quello che le mamme non dicono e che, magari, un giorno potrebbe essere donato alla piccola Letizia, ormai diventata grande.

Il titolo si ispira ad un libro bellissimo di Iselin Hermann, letto ormai 12-13 anni or sono (Per Lettera) e che rappresenta quel modo di comunicare che si sceglie per le "cose del cuore" per le quali l'inchiostro diventa la traccia dei pensieri che dal cuore, tramite la penna, scivolano su un pezzo di carta.

Chi mi conosce sa quanto sia stato arduo per me lavorare con il rosa, ma l'abbinamento estremamente elegante di queste carte di Teresa Collins (acquistate all'inzio della mia "carriera" scrap) era perfetto e ha reso davvero tanto, tanto piacevole lavorare anche con questo colore.

Eccovi quindi una carrellata di foto




















E come ogni buon regalo che si rispetti, non poteva certo mancare una scatola che lo accogliesse ed un bigliettino, ispirato al corso fatto dalla Patty nel negozio di Scrappando, prima di Natale





Non avevo mai fatto un qualcosa di così tanto "lungo" allo scopo di regalarlo, e non immaginavo quanto sarebbe stata dura la "sindrome da distacco" (l'album è stato terminato proprio poco prima della grande nevicata, ma nel terrore che andasse perso con i disguidi di trasporti vari, l'ho spedito ben un mese dopo - affidandolo alle mani di un corriere per il timore che si rovinasse con le poste- e casualmente, e fortunatamente è arrivato proprio il 5 marzo quando è nata la piccola Letizia).

Purtroppo nella fretta di impacchettarlo le foto fatte sono come sempre, orribilmente orribili.
Pazienza... ma a me è sembrato davvero tanto più bello che riguardarlo ora in queste foto.

lunedì 26 marzo 2012

Oggetti del desiderio: Distress Markers on CC101 Day6

Ed eccoci alla seconda settimana di lezioni.

Ed eccoci alle prese con alcuni dei prodotti più desiderati dalle TimHoltziane di tutto il mondo: i Distress Markers, cioè dei pennarelli acqurellabili nella gamma dei 36 colori Distress Inks ('aridaièee!).

I Distress Markers sono stati il prodotto di punta, lanciato dalla Ranger al winter CHA 2012 e la lezione del Day 6, era l'occasione giusta per provarli.

Beh... non esattamente... perchè se negli US hanno avuto ritardi nella distribuzione (causa produzione troppo indietro rispetto alle richieste) figuriamoci mai se sono già disponibili da noi!!!

E allora? Che fare?

Do not panic: se non posso mettere alla prova i Distress Markers, posso vedere se sono davvero quei pennarelli speciali, che hanno quello che gli altri pennarelli vari sul mercato, non hanno.

Per capire cosa sono in grado di fare, per ora bisogna accontentarsi della lezione a Creative Chemistry o dare un'occhiata a questo video.

Quello che invece ho fatto io è stato di vedere se i pennarelli in mio possesso fossero in grado (more or less) di fare quello che fanno i mitici Distress Markers.

La mia gamma di pennarelli acquarellabili prevede le seguenti marche: gli Impress Markers della Tsuckineko (non so a voi ma, a me nel link qui citato non si vedono le palette dei colori), i Feutre Floricolor e i Carioca acqurellabili che avevo preso per Simone (ad 1 euro e qualcosa, in qualche promozione al supermercato).

Li ho così messi alla prova con le diverse tecniche.

Per la "Watercolor with Markers Technique" (ovvero l'uso dei colori in pennarello come dei veri e propri acquarelli mediante aggiunta di acqua - prima, dopo e durante la colorazione-) i Floricolor sono risultati pessimi.

Cioè decisamente inadatti e neppur lontanamente in grado di dare un, seppur minimo, effetto di quello dei Distress Markers: SCARTATI

Decisamente migliori e sulla buona strada invece sono stati gli Impress Markers.
Considerata la gamma modesta dei colori a mia disposizione, e considerato che già li avevo, debbo dire che hanno passato il test con la sufficienza (direi con un 6++)

Il risultato lo vedete nella Tag(ga) nr.1 dove sono stati prima applicati a secco e poi spruzzati di acqua, poi sulla carta già inumidita ed infine con il pennarello a serbatoio.



Per la cronaca i Carioca (a soli 1 euro e qualcosa) non se la sono cavata malissimo (5++)!

Li ho poi messi tutti alla prova con "Blending with Markers Technique": ovvero la creazione di sfumature mediante l'utilizzo di pennarelli di gradazioni diverse - praticamente come quello che fanno i Copic (che non hanno niente a che vedere con i pennarelli acquarellabili in quanto i Copic sono a base alcolica!)-

Anche qui i Floricolors sono risultati decisamente indaguati.
Molto soddisfacenti sono stati invece gi Impress Markers che, a mio avviso, si sono presi un 6/7.

Qui nella Tag(ga) nr. 2 sono stati utilizzati nella farfalla arancione, sfumandoli direttamente sulla carta (i colori usati sono stati: rosso e giallo), nella farfalla azzurra, sono stati sfumati sul piano di lavoro (intingendo la punta del pennerello azzurro in una "pennearellata" di viola lasciata su una superficie di plastica), mentre in quella verde, il colore verde e rosso sono sempre stati sfumati nel piano di lavoro, ma poi sono stati acquarellati con la penna a serbatoio.



I Carioca, poverini, sono stati decisamente molto ma molto meno all'altezza, riuscendosi comunque a sfumare (cosa che i Floricolor non hanno assolutamente fatto).

L'ultimo test è stato quello dello "Stamping with Markers Technique", cioe la colorazione dei timbri con i pennerelli, la loro "umidificazione" mediante "alitata" e quindi la timbrata.

Beh.. questa tecnica per le allieve dei corsi di FC, non ha più segreti, e qui i FLORICOLOR (che io ho in grande numero e in una vasta gamma di colorazioni) sono risultati ECCELLENTI (un bell' 8 e 1/2) non glielo leva nessuno e la Tag(ga) nr.3 lo dimostra.



Ovviamente sia gli Impress Markers che i Carioca (questi ultimi seppure con le loro grandi limitatezze) possono essere impiegati per lo stamping, ma le sfumature di colore dei Floricolor sono di un'altra categoria!

E come al solito.. eccole tutte allineate



Morale della favola di oggi:

1) Benchè sempre refrattaria alla colorazione dei timbri, tutte le volte che lo faccio (e questa volta sono stata costretta dai compiti che ci ha dato il grande "master of creativity") mi diverto tantissimo, mi rilasso e sono moooolto più veloce di quanto non creda.

2) Provare, provare, provare... sperimentare, pastrocchiare, sporcacciare sono le parole chiavi per capire cosa-fa-cosa, come lo fa e se quello che fa ci piace o lo possiamo utilizzare (e le foto del mio piano di lavoro parlano chiaro!)

3) Ho riabilitato gli Impress Markers, che dall'avvento dei Floricolor, erano stati abbandonati nel cassetto.
Fermo restando che i Floricolors sono favolosi per lo stamping.

4) I Distress Markers (che quando li ho visti, mi sono detta: "ehhh... che saranno mai?? ... di pennarelli ne ho già a sufficienza!!! ") fanno cose che gli altri NON FANNO COSI' BENE, ma sopratutto FANNO TUTTO (watercoloring, blending and stamping) in un unico prodotto!

5) Finirò per rapinare una banca pur di averli tutti e 36 (per non parlare della fissa di avere i 12 colori Dylusion - ma questa è un'altra storia, un'altra creativa e un'altro tunnel!)



domenica 25 marzo 2012

E' tempo di macchie (ovvero : Stains su CC101 Day5)

Ormai contrita nel ruolo di brava scolaretta, immaginate la sorpresa di scroprire che il sabato e domenica non è giorno di scuola (pepeeee peeeppeee peppè - musica da trenino brasilero!).

Temendo di dovere infatti fare le ore piccole anche nel weekend (ancora più piccole di quanto il cambio di orario ci ha imposto), sono stata stra-stra-e-ristra-felice di avere qualche giorno per mettermi in pari con i compitini di Creative Chemistry 101.

Al 5° giorno si parlava di Distress Stain che sono a metà strada tra i Distress Ink Pads ed i Re-inker.
Come tutta la gamma Distress anche gli Stain sono in 36 colori e rappresentano la versione già diluita dei pads, ma meno concentrata dei Re-inkers.

Il loro plus è che, essendo già diluti, possono essere usati per lavorare su sfondi più grandi rispetto ai Re-Inkers che sono da addizionare di acqua.
Chi ha avuto la fortuna di fare il corso di FC 2011 con Manuela, ha imparato a conoscerli e apprezzarli.

Ma veniamo alle 3 diverse tecniche per creare sfondi con i Distress Stain.

Stained Kraft Resist Technique

Lo sfondo della Tag(ga) nr.1 si ottiene colorando con gli Stains una particolare carta la "Paper Stash—Kraft Resist" (a marca ovviamente TH) che, oltre alla stampa in nero su kraft, ha dei motivi lucidi in rilievo che "resistono" alla colorazione degli inchiostri a base di acqua, e vengono esaltati quando colorati con gli Stains.

Fortuna fortunella, ha voluto che avessi proprio un blocco di quella carta (il cui effetto si ottiene comunque altrettanto bene, embossando del cartoncino kraft con la polvere clear).

Fatto lo sfondo monocromatico con i Distress Stain, una passata di qualche Distress (normale: nè Stain, nè Re-Ink, nè altra diavoleria a nome Distress), timbrate con Arkivial Ink (in modo che "prendessero" sulla parte in rilievo), qualche abbellimento ed ecco qua la mia tag(ga) nr.1.



Siccome lo sfondo creato, mi era parso troppo scuro per i miei gusti, ho utilizzato come abbellimenti delle embossate di fogli di metallo (fatte con i folder da emboss a fretto) che ho certosinamente ritagliato per applicarli e dare più luce al tutto.
Purtroppo la mia incapacità fotografica, non rende giustizia a questa tag(ga) che invece io trovo molto simpatica.

Tag(ga)nr. 2
Stamping with Stains Technique

Quella di Tim è talmente tanto bella che mai avrei potuto crearne una all'altezza della tecnica proposta (quanto meno con i timbri che ho io)... quindi l'ho copiata pari pari pari.

Lo sfondo è un mix di vari colori di Stains asciugati e sul quale è stata fatta una timbrata bianca con il Distress Stain Picket Fence.

Questo è lo "Stain degli Stain", ovvero il prodotto più innovativo ed insostituibile (tutti gli altri colori si possono ottenere diluendo i Re-Inker).

Si tratta di un colore bianco che "prende" sul Kraft e sulla carta scura, mantenendo le proprietà dei Distress (ovvero: si "squagliano" con acqua ma non cambiano colore) pur rimanendo sempre "tras-lucido" (ovvero: non è totalmente coprente come lo è il colore acrilico).



Inutile dire che questa tag (completamente copiata) è di una bellezza unica!

Tag(ga)nr. 3
Marbled Stains Technique

Il trucco di questa tecnica sta tutto nel miscelare diversi colori Stain con il Distress Stain Picket Fence (è praticamente il colore chiave nell'uso degli Stains) per creare uno sfondo ad effetto marmorizzato.

Ed ecco la mia tag(ga) nr. 3 con un bel sentiment piazzato nel mezzo



Queste sono invece tutte le Tag(ghe) insieme che si fanno compagnia



Morale della favola:

1) I Distress Stain sono prodotti molto interessanti per creare degli sfondi (soprattuto molto più velocemente che con i Pads)

2) Il Picket Fence è insostituibile e indispensabile

3) Se vi incuriosiscono le tecniche varie di Tim e non volete fare CC 101, vi consiglio di provare i suoi "passo a passo" delle Tag(ghe) nataline (e di altri post sparsi nel suo blog) nonchè di dare una spulciata anche tra i progetti della Ranger qui.

4) Lavorare in modo così "caoticamente creativo" (come insegna il maestro) rende davvero una passeggiata creare "alla francese"
PS per le Franch-Style addicted: non preoccupatevi, sto ancora facendo lavori meno Grunge e vi prometto che prima o poi li pubblicherò!

5)Io continuo a divertirmi, ad avere mani, irrimediabilmente, sempre più indegne e a ringraziarvi dei vostri commenti sempre carini ed incoraggianti.

Chiudo con alcune righe autocelebrative che, chi mi conosce, sa non essere nel mio stile.

Ma più che di "celebrazione" avere visto il cappelluccio del Mad Hatter di questo post qui, riconosciuto tra i 3 migliori lavori su oltre 350 nel sito di Simon Says Stamp and Show (che per le amanti di Tim è, insieme a Grungy Monday, il "sito" per eccellenza di chi segue il suo stile), direi che si tratta di una grande SODDISFAZIONE.

Soddisfazione perchè si vede che quello che faccio scende dal cuore direttamente alle mani,

soddisfazione per vedere che una piccola idea risulta apprezzata da chi di bellissime idee ne vede tante ma proprio tante in tutti i challenge che indice,

soddisfazione perchè avevo mandato il mio lavoro solo per vincere il buono da 50$ con Mr.Random ed invece sono stata scelta tra le Top 3 e mi son beccata questo loghetto qui.



soddisfazione perchè il loghetto vale molto di più di 50$!

Thanks to all!

Hugs and Creativity folks!

giovedì 22 marzo 2012

C'è 2 senza 3 (CC101 day4)

Creativity Chemistry lesson nr. 4

Appello:
tag(ga) nr.1: presente!
tag(ga) nr.2: presente!
tag(ga) nr.3: assente giustificata per mancanza di materia prima!

Eh già...la collezione dei prodotti Ranger/Holtz è così vasta ed io così neofita del suo stile che dell'argomento del giorno, i Distress Re-inker, ho solo due misere boccettine di un triste Tea Dye e Tattered Rose (presi quando mi era preso il trip delle Magnolie tutte caramellose, da colorare).

Ma dovevo farcela a fare, anche stanotte, i miei compitini o almeno dovevo provarci inventandomi qualche sostitutivo.

Nella 1°tag(ga) dovevamo colorare un'immagine stampata su carta da acquarelli con i Distress Ink Re-Inker.

Niente di particolarmente complesso in questa tecnica che è conosciutissima ed usatissima da chi crea cards con Tilde, e bambolette affini non con i Copic (perchè le "colorine" si distinguono in Copic sì- Copic no)

Appunto perchè tipica delle Tilde (che non volevo usare in questo contesto) mi sono trovata ad avere pochissimi timbri un pò vintage che permettevano di essere colorati.
La scelta è caduta su un bellissimo mini-carnet di timbri in ITALIANO che la favolosa Manuela Jamet, ha regalato alle partecipanti del suo corso nell'edizione 2011 di FC.

Per la colorazione - in mancanza di Distress Re-Inker, ho timidamente intinto il pennello a punta ad acqua in un angoletto del pad (nella parte bassa a contatto con la base di plastica) riuscendo così ad utilizzare i colori della gamma dei Distress Ink Pad che ho.

La cosa audace di questa tag è stata l'imperfezione e le sbavature della colorazione, proprio come fa il maestro.

Un piccolo particolare che è da un pò che volevo fare ma non avevo mai avuto occasione di sperimentare, è il copri-occhiello della tag(ga) che, tagliato in lamina di metallo, ho reso di un colore verde acido, colorandolo con gli Alchol Inks.

Watercoloring with Re-inkers Technique



Per la tag(ga) nr.2 ho spudoratamente barato.

Con gli squallidi 2 Distress Re-Inker che ho (e che diluiti con acqua hanno tonalità poco dissimili tra loro) non sono riuscita spruzzandoli con il Mini Misters ad ottenere un background degno della sufficienza.

Quindi mi sono inventata di usare i Glimmer Mist spruzzandoli (come avrei fatto con i Re-Inker) sulla tag(ga).
Anche qui però la mia gamma di colori molto limitata (solo 4 di cui 1 bianco ed uno marrone troppo scuro), non mi ha permesso di creare l'effetto stencil che invece Tim ci ha proposto.

Lo sfondo che ne è uscito ha una colorazione esotica-caribica nella quale stava alla perfezione un un bel tocco di rosso: un'orchidea creata con la Tattered Pinecone, e una farfallina entrambe di Grungeboard

Layered Misting Technique



La tag(ga) nr. 3 ahimè manca all'appello in quanto senza alcun Distress Re-Inker era praticamente impossibile da fare (o io non sono riuscita all'1 di notte ad ingegnarmi niente che potesse sostituirli non avendo nessun altro tipo di waterbased ink re-inker).
In ogni caso, quello che dovevamo fare era sperimentare la tecnica del "Custom Stamp" presentata già nelle tag(ghe) nataline sia qui che qui.

Urge quindi al più presto un ordine di "boccettine colorate" e poi...passerò per gli esami di ripetizione.

Ma ecco qui insieme le 2 tag(ghe)di ieri a dare un tocco vacanziero a questo blog.




Benchè anche questi posts vengano prodotti al fulmicotone - come tutto quello che ormai faccio - non posso non fermarmi a ringraziare il gruppo di amichette che legge i miei quotidiani deliri e mi lascia dei commenti meravigliosi ed incoraggianti.

Ragazze siete troppo generose... e voglio condividere con quella magia di uomo che è Tim questi piccoli successi.

"LUI" non è solo un genio della creatività, ma ha una passione e un talento tale da contaminare-appestare-contagiare tutte quante!

BE CURIOUS è il suo motto, che gli prendo a prestito e giro a tutte voi che passate di qua!

mercoledì 21 marzo 2012

RESISTERE (CC101 Day3)

Lezione numero 3: RESISTIAMO!!!
Ovvero: Arkivial Inks Techniques.

Infatti ieri è stata la volta di capire proprietà, caratteristiche ed uso degli inchiostri non water-based che hanno la particolarità di essere permanenti e di poter essere usati su superfici liscie, non porose come plastica, ceramica, acetato...e varie del genere.

Di questa categoria, l'inchiostro che quasi tutte noi conosciamo meglio (perchè molto più diffuso e disponibile in Italia) è lo Staz-On che pur portando allo stesso effetto finale dell'Archivial Ink è diverso sia nel pad che nella consistenza.

Personalmente ho solo il pad nero di Archivial, e da quella che è la mia esperienza lo preferisco allo Staz-On in quanto è 1) meno appiccicoso, 2) assomiglia molto di più ad un pad da inchiostro classico, 3) non ha bisogno della antipaticissima plastichetta protettiva e 4) anche nelle versioni chiare/opaque, non deve essere continuamente re-inchiostrato (non ha la boccettina di refill perchè si secca subito).

Tag(ga) nr. 1: Alcohol Ink Agates Technique

Nella prima tag(ga) l'Archivial Ink doveva essere applicato su uno sfondo di Glossy Paper (cioè la carta patinata a marca Ranger) con un background a base di Alchol Inks.

Anche in questo caso non avendo la Glossy Paper, la carta è stata sostituita con una carta fotografica ad alta qualità.

Personalmente, avendo sempre optato di investire il mio budget- scrap in cose diverse dalla carta Glossy, non so quale possa essere il risultato finale dato dal suo uso, ma, a prima vista, la patina che riveste la Glossy dovrebbe essere più spessa in quanto non viene "graffiata" dal continuo sfregamento dell'Ink Applicator quando la si colora.

In ogni caso.. la carta fotografica di buona qualità fa il suo egregissimo dovere!

Il risultato di questo primo esperimento è questa tag, che visti i colori fluo-sgargianti degli Alchol Inks (sono gli unici che ho), mi hanno ricordato quelli del Cirque du Soleil, a cui questa tag(ga) vuole essere un tributo.



Tag(ga) nr. 2: Archival Resist Technique

In questo esercizio ci veniva chiesto di usare l'Archivial Ink come inchiostro di resistenza (come avevo già fatto in precedenza usando l'acrilico qui) per creare uno sfondo a più colori.
Purtroppo in Italia non si trova tutta la gamma di colori di Archivial e quindi avendo io (oltre a qualche Staz-On scuro)solo quello bianco e quello color Tiffany, ho fatto i miei compitini della lezione 3 con gli Staz-On che avevo.

Impiccio di re-inchiostrare a parte, l'effetto di "resist" della seconda tag(ga), è stato il medesimo di quello ottenuto dal buon Tim.



Tag(ga) nr. 3: Stamping with Reflections Technique

Ecco... qui sono andata decisamente fuori tema in quanto non ho nessuno dei timbri di Tim della linea Reflection.

Si tratta di timbri che hanno le scritte (parole, note musicali, numeri o altro) con effetto "mirror" ovvero da destra a sinistra in modo che possano essere leggibili quando stampate su una superficie trasparente.

La tecnica consiste nel timbrare le mascherine da embossing (sempre con Archivial) e poi di embossare la tag che in questo modo, passando sotto il rullo della BS (va beh... lui ha la mitica Vagabond!) permette all'inchiostro di traferirsi alla tag, che ne usce così sia embossata che timbrata.

Bella l'idea ma l'effetto ottenuto è poco diverso dalla tag(ga) qui sotto.

La caratteristica forse più sfruttabile dei timbri Reflection, mi sembra quella invece di poter stampare su acetato nel retro, e colorare la parte anteriore con gli Alchol Inks (come presentato nella 5° tagga natalina del 2011 qui)



E qua eccole tutte insieme



Detto questo, posso dirvi che:

* mi ritrovo della mani lercie di inchiostri indelebili che i quelle di mio figlio dopo i lavori di pittura all'asilo, sono pulitissime,

* non PULISCO PIU' I TIMBRI!!! (chi mi conosce sa che sarei passibile di TSO per questa affermazione)... anzi... vi dirò di più: ho imparato che tutti i clear stamps vanno sporcati e lasciati sporchi di Archivial Ink black!!!!

* faccio 3 tags x2 in 2 ore (quelle notturne) e le faccio doppie perchè visti gli orari, succede che mi perdo dei pezzi o faccio dei pasticci indelebili!

*sono ovviamente a pezzettoni (vado a letto all'1 e 3o e mi sveglio alle 6)ma non mollo (PS: il titolo di questo post "resistere" è un'incitazione a me stessa!!)

* scrivo dei post che nemmeno mi pagasse TH in persona o la Ranger (immaginate il disturbo di tutti questi links e il terrore di non fare un salvataggio now and then!)

* non pubblico le tag-demo del maestro perchè essendo il corso coperto da copyrights non so bene se si possa o meno

*...ahhh e va da sè: mi diverto come una pazza!!

martedì 20 marzo 2012

E' iniziato!!! (CC101 Day2)

sìììì perchè se è vero che Maometto (sotto le mentite spoglie di Tim Holtz) non va alla montagna... almeno ha fatto in modo che la montagna vada da TH!

Infatti prorpio ieri è iniziato il Creative Chemistry 101 ovvero un workshop online con classi giornaliere dal 19 marzo al 2 aprile.

In questi appuntamenti quotidiani, esploreremo la chimica dei prodotti Ranger e Tim ci presenterà quali sono le loro potenzialità, i loro utilizzi e ci farà sperimentare con lui le diverse tecniche dove applicarli.

E così dopo la breve introduzione di ieri su inchiostri, pigmenti, coloranti water-based or not, eccoci alle prese con i Distress Ink e la loro alchimia di reagire con l'acqua.

Il Professor Holtz ha ci presenta tecniche che seppure stra-conosciute grazie alle sue spiegazioni hanno ancora molto da regalarci.

E da brava scoloretta (un pò secchioncella) quale sono sempre stata, ho fatto subito i compiti di oggi che consistevano nel creare 3 tag con 3 diverse tecniche di sfondo con i Distress Inks.

Tag(ga)numero 1: Blended Distress/Spritz & Flick Technique



Tag(ga) numero 2: Brushless Watercolor Technique



Tag(ga) numero 3: Wrinkle-Free Distress Technique



Manco a dirlo mi sono divertita tantissimo a farle: video sull'IPad che andava sopra al craft-table e Simone che, mentre costruiva torri impilando i miei Distress Inks, mi diceva che colori dovevo usare e come dovevo fare.

Se mi venisse scelto di sceglierne una, sceglierei la tagga nr. 2 per quanto mi è piaciuto l'effetto acquarellato della timbrata multicolor, la tagga nr. 3 per lo sfondo finale e la tagga nr. 1 per i colori psichedelici che mi ricordano San Francisco.

E siccome sono fortunata, me le tengo tutte.

PS: Tim ha predisposto delle etichette su file stampabili da applicare dietro ogni tag, dove indica il nome della tecnica e gli steps per crearla: una cosa carina che servirà da riferimento per creazioni future quando vorremo riprendere in mano le diverse tecniche proposte